Gianluca Taddei

Psicologo, Musicoterapeuta, Counsellor, Formatore, Musicista e Regista teatrale

“Non siamo noi a guarire; qualcosa guarisce col nostro aiuto. Noi possiamo agevolare il qualcosa, affinché si dispieghi liberamente, nell’altro e in noi.”
(Christa Wolf, Medea)

La relazione d’aiuto è un processo molto complesso, che richiede un approccio articolato: strumenti psicologici e anche artistici, dialettici e corporei.

In luogo di protocolli rigidi e astrattamente scientifici, sostengo lo sviluppo di percorsi individuali e di gruppo centrati sulla persona (C. Rogers, F. Perls) e co-costruiti, sulla base di un approccio umanistico-esistenziale arricchito dalla mia esperienza di musicista/musicoterapeuta e dalle artiterapeutiche.

Non mi occupo, in qualità di psicologo, di patologie in senso stretto, dunque non è a questo tipo di guarigione che mi riferisco. Mi occupo di benessere e qualità della vita: di rendere meno rigidi i nostri limiti, del raggiungimento degli obiettivi irrinunciabili, del confronto positivo con gli ostacoli disseminati lungo il nostro percorso di vita.

Rifacendomi a Medea, parto dal presupposto che la “guarigione” non si dà, ma si costruisce insieme. É un percorso creativo che riguarda tutti gli attori della relazione d’aiuto, è un processo psicologico ed esistenziale che modifica noi e ciò che si attraversa, la mappa e il territorio stesso.

La Medea proposta da C. Wolf (MEDEAth in un mio lavoro teatrale e arteterapeutico del 2022) non è la donna vendicativa e assetata di sangue presentata dalla tradizione ma è, anche e soprattutto, una guaritrice, per volere divino e ancor più per le sue attitudini profondamente introspettive e umane.

E V E N T I

Laboratorio SEGNI NEL TEMPO
liberamente ispirati a
DIES IN DER ZEIT di F. Grillo

Performance su partitura
Relazione Corpo Tempo Spazio
conduzione Gianluca Taddei

(un mercoledì al mese)

I confini tra musica, teatro musicale, performance, musicoterapia, drammaterapia sono sottili e permeabili. Dies in Der Zeit è a sua volta una partitura di confine, tra sonoro, performativo, mimico. È un brano che si presta perfettamente per la conduzione di un’esperienza laboratoriale – dunque pratica, attiva, produttiva – che esplora e attraversa tutti questi territori.
 In che modo? 

  1. Il corpo ascolta, vibra, risuona, agisce. Il laboratorio parte dal corpo e lavora sulla consapevolezza, l’agilità, la forza, all’interno dello spazio della partitura che diventa spazio coreografico. Nessun gesto casuale, ma azioni sceniche precise e necessarie. 
  2. Le emozioni prendono forma. Il contatto con sé e con gli altri è essenzialmente contatto emotivo, che spinge verso un cambiamento di stato. Nel laboratorio si sviluppa il contatto emozionale attraverso la musica, i suoni, il gesto. Privilegia l’improvvisazione strumentale e vocale, ma lavorando su Dies in Der Zeit si approderà a una struttura musicale e teatrale più definita e solida. 
  3. Il percorso è esperienziale. Genera consapevolezza, contatto, condivisione attraverso il fare
  4. L’interpretazione collettiva di Dies in Der Zeit è interpretazione di sé stessi. La componente psicologica e (musico)terapeutica del lavoro è essenziale per la riuscita della performance. La mis-en-scène ha per oggetto il processo stesso del laboratorio. 

 Date e orari (le date potrebbero subire variazioni): 

2023 
25 ottobre
22 novembre
13 dicembre

2024
17 gennaio
14 febbraio
sabato 9 marzo, ore 10-18
10 aprile (prova generale)
maggio: rappresentazione (data da definire)